Ritorna il Cinema del Giovedì
Giovedì 27 Settembre
al Csa Intifada
ore 22.00
Proiezione del Film
*PROMETHEUS*
Nell’anno
2089 due scienziati portano a compimento le ricerche di una vita
scoprendo che alcuni artefatti, ritrovati in diversi punti della Terra e
tutti risalenti a migliaia di anni prima, riportano la medesima
immagine di creature giganti che indicano un determinato pianeta.
Ricostruito quale sia il pianeta in questione e trovati i fondi da un
miliardario morente, i due si imbarcano assieme a un equipaggio misto di
scienziati e piloti verso quel pianeta per andare a scoprire quel che
ritengono essere l’origine della vita sulla Terra. Lì troveranno i resti
di una civiltà aliena assieme a ciò che l’ha quasi estinta.
Ci sono due anime ben distinte che danno vita a Prometheus, la
prima è quella visiva (in gran forma) di Ridley Scott, la seconda è
quella narrativa di Damon Lindelof, uno degli autori principali di Lost,
abile creatore di misteri, capace di porre due domande nuove a ogni
risposta fornita. Il risultato è un film fatto a misura di serie, nato
per avere uno o più sequel e non sempre abile nel costruire rivelazioni,
emozioni o epica.
Tuttavia, nonostante la grandiosità delle proprie ambizioni e la quantità di misteri e intrecci che mette in scena, Prometheus è anche un film molto semplice, costruito sulla medesima struttura narrativa di Alien
(stesse scene chiave, topoi gastrointestinali, decapitazioni robotiche e
svolte narrative nei medesimi punti), che ne riprende il design delle
astronavi, quello alieno (ricalcando con meno fantasia le idee
biomeccaniche di Giger) e in certi punti anche alcune idee visive
vincenti, puntando però verso obiettivi più grandi di quelli del film
del 1979. E forse proprio dal titanismo di tali ambizioni il film rimane
schiacciato anche se non lo meriterebbe.
Infatti, rinvigorito da temi che da sempre gli sono cari come il
rapporto tra una creatura e il proprio creatore (sia nel senso di
ricerca dell’origine dell’uomo e che di relazione con l’androide David),
l’instancabile tenacia femminile che si tramuta in resistenza fisica e
la conquista di un’umanità (sia per i robot che per gli uomini)
attraverso la ricerca di essa, Ridley Scott torna a dirigere un film
all’altezza del proprio nome.
Prometheus
crea un universo visivo di straordinario impatto e
ne sa gestire gli spazi (nel chiuso delle caverne o dell’astronave che
dà il nome al film) con una fenomenale abilità che si riscontra
pienamente nelle molte scene di paura, suspense o anche solo tensione.
Nei suoi momenti migliori Prometheus è una lunga corsa che rimescola gli ingredienti di Alien
per ritrarre la tenacia di un’altra Ripley (simile anche
esteticamente), un’altra donna che combatte una battaglia impossibile da
vincere con creature orrende e sconosciute, come in un’unica grande
operazione chirurgica di rimozione dell’alieno da sè.
Continuamente si ha l’impressione che la forza muscolare del cinema di
Ridley Scott lotti contro una sceneggiatura sciatta e che lo faccia con
le armi della regia ovvero principalmente quel misto di direzione degli
attori (specialmente Michael Fassbender, che trova il suo androide a
metà tra il Peter O’Toole di Lawrence D’Arabia
e un’inespressività capace tuttavia di malcelare la menzogna),
montaggio rigoroso, fotografia desaturata di ambienti espressivi e uso
di un 3D che una volta tanto lavora in armonia con tutto il resto per
creare immagini profonde e coinvolgenti.
Non può essere un capolavoro Prometheus, di certo non a livello
dei precedenti film di fantascienza di Ridley Scott, ma è lo stesso un
film sorprendente, capace di esplorare senza freni e attraverso le
immagini quella zona di confine tra l’insaziabile desiderio di
conoscenza dell’ignoto e il terrore fisico e carnale che questo è capace
di generare.